La fine dell'anno induce sempre riflessioni sul vissuto e pure sul pensato. Quest'anno, quello che tra non molto cesserà i suoi nefasti effetti, non si sottrae a quella che sembra essere una regola. Personalmente, come ho già scritto, ritengo che il tempo sia ciclico. Per convenzione - o per una sorta di ritualità atavica - siamo noi umani ad assegnargli un inizio ed una fine.
Comunque le riflessioni, malgrado la ciclicità temporale, restano. Riflessioni sulla vita e sul personale modo di viverla. E' un pò come tirare le somme di un "esercizio commerciale" dell'anima, tutto sommato. Non sono immune da riflessioni di questo tipo, le considero inevitabili quasi quanto il raffreddore d'inverno. E, dunque, eccomi qui a meditare nel silenzio della solitudine.
Il silenzio è un ottimo compagno di strada, se gli lascio carta bianca nel mio iperattivo cervello. Devo esercitarmi di più, oramai ne sono più che certa. Esercitarmi a far entrare il silenzio dentro di me. Esercitarmi a non riempirlo con qualunque cosa abbia sotto mano. Tendenzialmente sono una che ama i tempi lenti e il silenzio, mi piace incantarmi sui tramonti e sulle albe. Il che, indubbiamente, richiede una concezione del tempo diversa da quella comune.
Io penso che chi si ferma sa godersi la vita. Sa cogliere l'attimo, gustarselo come si fa con un buon vino. Chi si ferma sa cogliere i particolari ed è sempre centrato in se stesso. Non voglio dire che io sia arrivata a questo "nirvana", ma ci sto lavorando.
Per anni ho cercato di conformarmi, per fortuna non riuscendoci. Solo con la maturità ho pienamente compreso quanto, in realtà, la concezione del tempo che ho è quella giusta per me. La maturità mi ha portato molti frutti, devo dire, frutti tali da farmi guardare con un sorriso le rughe (in verità molto poche...) ed i capelli bianchi (mi sono seccata di tingerli e mi piacciono così come sono).
Di auspici per l'anno nuovo non ne faccio più. Aspetto e cerco di entrare nella ciclicità del tempo e di uscire dai falsi miti di una società nella quale poco mi riconosco, se non per niente. Stasera brinderò con un buon prosecco, preparerò la cena che non dovrà essere una sorta di "grande abbuffata" e spero di godermi il lento sgocciolare dei minuti e delle ore, magari in compagnia di buona musica, oltre che dell'amato bene. Cercherò di assaporare le emozioni e le sensazioni che vorranno visitarmi, le inviterò a trattenersi un poco e poi le lascerò andare per accoglierne di nuove.
Ecco, il cambiamento, il ritrovare se stessi è la vera chiave di tutto.
E' un anno nuovo ogni volta che ci scopriamo cambiati. Penso davvero che questi siano gli unici capodanni da festeggiare...
Comunque le riflessioni, malgrado la ciclicità temporale, restano. Riflessioni sulla vita e sul personale modo di viverla. E' un pò come tirare le somme di un "esercizio commerciale" dell'anima, tutto sommato. Non sono immune da riflessioni di questo tipo, le considero inevitabili quasi quanto il raffreddore d'inverno. E, dunque, eccomi qui a meditare nel silenzio della solitudine.
Il silenzio è un ottimo compagno di strada, se gli lascio carta bianca nel mio iperattivo cervello. Devo esercitarmi di più, oramai ne sono più che certa. Esercitarmi a far entrare il silenzio dentro di me. Esercitarmi a non riempirlo con qualunque cosa abbia sotto mano. Tendenzialmente sono una che ama i tempi lenti e il silenzio, mi piace incantarmi sui tramonti e sulle albe. Il che, indubbiamente, richiede una concezione del tempo diversa da quella comune.
Io penso che chi si ferma sa godersi la vita. Sa cogliere l'attimo, gustarselo come si fa con un buon vino. Chi si ferma sa cogliere i particolari ed è sempre centrato in se stesso. Non voglio dire che io sia arrivata a questo "nirvana", ma ci sto lavorando.
Per anni ho cercato di conformarmi, per fortuna non riuscendoci. Solo con la maturità ho pienamente compreso quanto, in realtà, la concezione del tempo che ho è quella giusta per me. La maturità mi ha portato molti frutti, devo dire, frutti tali da farmi guardare con un sorriso le rughe (in verità molto poche...) ed i capelli bianchi (mi sono seccata di tingerli e mi piacciono così come sono).
Di auspici per l'anno nuovo non ne faccio più. Aspetto e cerco di entrare nella ciclicità del tempo e di uscire dai falsi miti di una società nella quale poco mi riconosco, se non per niente. Stasera brinderò con un buon prosecco, preparerò la cena che non dovrà essere una sorta di "grande abbuffata" e spero di godermi il lento sgocciolare dei minuti e delle ore, magari in compagnia di buona musica, oltre che dell'amato bene. Cercherò di assaporare le emozioni e le sensazioni che vorranno visitarmi, le inviterò a trattenersi un poco e poi le lascerò andare per accoglierne di nuove.
Ecco, il cambiamento, il ritrovare se stessi è la vera chiave di tutto.
E' un anno nuovo ogni volta che ci scopriamo cambiati. Penso davvero che questi siano gli unici capodanni da festeggiare...