Natale. Sono un pò malinconica. Forse colpa dell'età o, forse, colpa degli eventi. O, ancora, forse colpa di entrambi. Inevitabilmente la memoria va ad un tempo più sereno, quando l'unica preoccupazione era preparare l'albero, il presepe e la tavola ed aspettare la mezzanotte per i regali. Nessuna preoccupazione, nessun sogno infranto, nessun desiderio disatteso.
Molte delle persone con le quali ho festeggiato quei natali non ci sono più. E' la vita. Per me il natale è sensazioni ed emozioni, più che festeggiamenti a base di scorpacciate e bevute.
Oggi me ne sto a casa con un pò di tosse. Il tempo è grigio e triste. Non c'è niente di speciale, in questo giorno. Cristo non si stanca di rinascere per regalarci un pò di speranza. Malgrado le guerre, le devastazioni, gli odi tribali, le truffe, gli inganni, l'indifferenza. Cristo è un bell'esempio di resilienza, davvero! Tenacemente, ogni anno, torna a ricordarci che cambiare è possibile, una vita più spirituale è possibile, che la materia non può darci quella felicità e quella serenità delle quali siamo così affamati.
C'è silenzio, intorno, oggi. Come ieri sera, la sera della vigilia, quando ci si siede tutti a tavola con parenti e affini a consumare il rito della cena della vigilia. Un silenzio che non sa di commozione o di fervida attesa, ma di rassegnazione, quasi. O sono io ad avvertirlo in questo modo. Ieri non ho nemmeno aspettato la mezzanotte.
Tante persone hanno "attraversato" la mia vita, in questi anni. Fugaci lampi di un'età più verde mi illuminano per un attimo i ricordi. Ci sono momenti che vorrei tornare a quegli anni. A quell'incoscienza. Inevitabilmente a natale, un pò come alla fine dell'anno, si fanno i conti con quello che si è fatto ma, soprattutto, con quello che non si è riusciti a fare. Con i "fallimenti", con i sogni che sono rimasti tali e via elencando. La vita va avanti, non c'è tempo per rimuginare, nemmeno per avere rimpianti. Non ha senso. Il passaggio su questa terra è così breve.
Ogni giorno si rinasce un pò, ogni giorno si comincia daccapo, come se non ci fosse stato uno ieri, altrimenti non se ne esce vivi. Il tempo che è stato mi ha formata per quella che sono. Ora è venuto un altro tempo. Più riflessivo, più intimista, oserei dire scomodando un'espressione tanto cara a filosofi e compagnia cantante. Ora misuro i miei passi con più attenzione, quasi mi vien da contarli. Ed i miei pensieri si sono fatti più silenziosi, più raccolti. Ora vivo le mie emozioni con una libertà che "prima" non mi era consentita. Mi capita di piangere e di non nascondere lo smarrimento a chi mi sta intorno. Non me ne vergogno come un tempo perché penso che la vera forza stia anche nella capacità di vivere la propria fragilità.
Ecco. Il natale è questo insieme di sensazioni ed emozioni, per me. Ed il mio pensiero va a quello che nel mondo sta andando storto. Va a chi muore sotto le bombe, qualunque sia la sua nazionalità, la sua religione, il colore della sua pelle. E va anche a chi soffre in un ospedale, a chi non ha una casa nella qual ripararsi e riscaldarsi. Potremmo vivere tutti meglio di quanto viviamo, ma qualcuno ha deciso che rompere le palle al prossimo è il suo sport preferito. Questo mondo può nutrire tutti se lo trattiamo responsabilmente, se ci impegniamo a trasformare il sogno di un paradiso terrestre in realtà. Ma gli umani, evidentemente, recano in loro l'imprinting della disobbedienza, della contraddizione, della violenza.
Molte delle persone con le quali ho festeggiato quei natali non ci sono più. E' la vita. Per me il natale è sensazioni ed emozioni, più che festeggiamenti a base di scorpacciate e bevute.
Oggi me ne sto a casa con un pò di tosse. Il tempo è grigio e triste. Non c'è niente di speciale, in questo giorno. Cristo non si stanca di rinascere per regalarci un pò di speranza. Malgrado le guerre, le devastazioni, gli odi tribali, le truffe, gli inganni, l'indifferenza. Cristo è un bell'esempio di resilienza, davvero! Tenacemente, ogni anno, torna a ricordarci che cambiare è possibile, una vita più spirituale è possibile, che la materia non può darci quella felicità e quella serenità delle quali siamo così affamati.
C'è silenzio, intorno, oggi. Come ieri sera, la sera della vigilia, quando ci si siede tutti a tavola con parenti e affini a consumare il rito della cena della vigilia. Un silenzio che non sa di commozione o di fervida attesa, ma di rassegnazione, quasi. O sono io ad avvertirlo in questo modo. Ieri non ho nemmeno aspettato la mezzanotte.
Tante persone hanno "attraversato" la mia vita, in questi anni. Fugaci lampi di un'età più verde mi illuminano per un attimo i ricordi. Ci sono momenti che vorrei tornare a quegli anni. A quell'incoscienza. Inevitabilmente a natale, un pò come alla fine dell'anno, si fanno i conti con quello che si è fatto ma, soprattutto, con quello che non si è riusciti a fare. Con i "fallimenti", con i sogni che sono rimasti tali e via elencando. La vita va avanti, non c'è tempo per rimuginare, nemmeno per avere rimpianti. Non ha senso. Il passaggio su questa terra è così breve.
Ogni giorno si rinasce un pò, ogni giorno si comincia daccapo, come se non ci fosse stato uno ieri, altrimenti non se ne esce vivi. Il tempo che è stato mi ha formata per quella che sono. Ora è venuto un altro tempo. Più riflessivo, più intimista, oserei dire scomodando un'espressione tanto cara a filosofi e compagnia cantante. Ora misuro i miei passi con più attenzione, quasi mi vien da contarli. Ed i miei pensieri si sono fatti più silenziosi, più raccolti. Ora vivo le mie emozioni con una libertà che "prima" non mi era consentita. Mi capita di piangere e di non nascondere lo smarrimento a chi mi sta intorno. Non me ne vergogno come un tempo perché penso che la vera forza stia anche nella capacità di vivere la propria fragilità.
Ecco. Il natale è questo insieme di sensazioni ed emozioni, per me. Ed il mio pensiero va a quello che nel mondo sta andando storto. Va a chi muore sotto le bombe, qualunque sia la sua nazionalità, la sua religione, il colore della sua pelle. E va anche a chi soffre in un ospedale, a chi non ha una casa nella qual ripararsi e riscaldarsi. Potremmo vivere tutti meglio di quanto viviamo, ma qualcuno ha deciso che rompere le palle al prossimo è il suo sport preferito. Questo mondo può nutrire tutti se lo trattiamo responsabilmente, se ci impegniamo a trasformare il sogno di un paradiso terrestre in realtà. Ma gli umani, evidentemente, recano in loro l'imprinting della disobbedienza, della contraddizione, della violenza.
Buon natale, per quel che questo mio augurio può valere. Decidete voi cosa auguravi. Io vi auguro di non avere rimpianti, ma solo ricordi.