E' finito. Il 2017 se ne è andato con gran soddisfazione di molti, me compresa. Un annus horribilis. Per quanto riguarda il 2018, non mi faccio molte illusioni. Attendo di essere stupita, smentita. Un tempo formulavo, con una fede ingenua frutto della poca esperienza di vita, pensieri e desideri di cose nuove, di sorprese, di felicità. Poi ho imparato che l'atteggiamento giusto è quello di non aspettarsi niente.
Stamattina mi sono svegliata presto. Il raffreddore mi accompagna da un paio di giorni. Intorno c'è un silenzio compatto. Tutt'intorno i miei libri. Ho preso, tra me e me, una serie di determinazioni per il nuovo anno. Non voglio parlare di promesse, ma di un progetto, di una costruzione di cose nuove da portare avanti con una certa continuità. Il passaggio tra il vecchio ed il nuovo anno l'ho trascorso in compagnia di me stessa e la cosa non mi ha turbata. Quanta gente, del resto, trascorre la fine e l'inizio di un anno sola? E per quante persone al mondo non c'è una fine né un inizio?
Sono stata sola, nel silenzio appena rotto da qualche "botto" che annunciava l'approssimarsi della mezzanotte. Ho persino brindato con un po' di brachetto. Un brindisi a me stessa. La "sfida" continua è quella di andare oltre i sensi di colpa, legame vetusto con antichi rituali quasi "tribali"; la sfida è conoscere e amare me stessa ogni giorno di più. La sfida più importante. Per certi versi ci vogliono dei nuovi inizi, indubbiamente. Ci vuole un punto e a capo.
E dunque lo metto, questo punto e a capo.
Stamattina mi sono svegliata presto. Il raffreddore mi accompagna da un paio di giorni. Intorno c'è un silenzio compatto. Tutt'intorno i miei libri. Ho preso, tra me e me, una serie di determinazioni per il nuovo anno. Non voglio parlare di promesse, ma di un progetto, di una costruzione di cose nuove da portare avanti con una certa continuità. Il passaggio tra il vecchio ed il nuovo anno l'ho trascorso in compagnia di me stessa e la cosa non mi ha turbata. Quanta gente, del resto, trascorre la fine e l'inizio di un anno sola? E per quante persone al mondo non c'è una fine né un inizio?
Sono stata sola, nel silenzio appena rotto da qualche "botto" che annunciava l'approssimarsi della mezzanotte. Ho persino brindato con un po' di brachetto. Un brindisi a me stessa. La "sfida" continua è quella di andare oltre i sensi di colpa, legame vetusto con antichi rituali quasi "tribali"; la sfida è conoscere e amare me stessa ogni giorno di più. La sfida più importante. Per certi versi ci vogliono dei nuovi inizi, indubbiamente. Ci vuole un punto e a capo.
E dunque lo metto, questo punto e a capo.