Come tutti gli esseri umani, ci sono cose e persone che tollero poco. Ho capito, però, che l'atteggiamento ostile, un pò rigido e da "divinità superiore" non paga e, soprattutto, non mi appartiene, non più. Adesso sfodero un sorriso di circostanza, non mi allontano "sdegnata", piuttosto parlo del vento e del tempo e glisso sugli argomenti più importanti.
Crescendo si impara. Lo ripeteva sempre mia madre quando avevo qualche anno (più di dieci, sicuramente!) di meno. Allora ero piuttosto scettica: cosa dovevo imparare? Solo ora, a distanza di un numero di anni considerevole, ho capito. Si impara a destreggiarsi nelle situazioni, si impara a gestirle e soprattutto si impara a sapersi gestire che, a ben vedere, è la cosa più importante.
Le persone e le situazioni mi hanno delusa nella misura in cui ho dato modo ad entrambe di farlo. Nella misura in cui ho investito in modo sbagliato su persone e situazioni, creandomi soprattutto delle aspettative. In realtà bisogna che io faccia - e ci sto provando - le cose e che frequenti le persone senza nulla a pretendere. Senza pensare che possa tornarmi indietro qualcosa o che le persone (e le situazioni anche) siano diverse da quel che sono.
Penso che la consapevolezza di questo, la consapevolezza che non ci sono aspettative, che cose e persone sono quel che sono, scioglie da qualsiasi legame, da qualsiasi giogo che intrappola nel facile gioco del "do ut des" di latina memoria. Penso (e comincio anche ad avvertire) che questo sollevare gli altri dalle nostre aspettative è fonte di una grande libertà interiore. Una libertà che voglio prendermi e tenermi stretta.
Per aspera ad astra.
Le vie difficili portano alle stelle.
Crescendo si impara. Lo ripeteva sempre mia madre quando avevo qualche anno (più di dieci, sicuramente!) di meno. Allora ero piuttosto scettica: cosa dovevo imparare? Solo ora, a distanza di un numero di anni considerevole, ho capito. Si impara a destreggiarsi nelle situazioni, si impara a gestirle e soprattutto si impara a sapersi gestire che, a ben vedere, è la cosa più importante.
Le persone e le situazioni mi hanno delusa nella misura in cui ho dato modo ad entrambe di farlo. Nella misura in cui ho investito in modo sbagliato su persone e situazioni, creandomi soprattutto delle aspettative. In realtà bisogna che io faccia - e ci sto provando - le cose e che frequenti le persone senza nulla a pretendere. Senza pensare che possa tornarmi indietro qualcosa o che le persone (e le situazioni anche) siano diverse da quel che sono.
Penso che la consapevolezza di questo, la consapevolezza che non ci sono aspettative, che cose e persone sono quel che sono, scioglie da qualsiasi legame, da qualsiasi giogo che intrappola nel facile gioco del "do ut des" di latina memoria. Penso (e comincio anche ad avvertire) che questo sollevare gli altri dalle nostre aspettative è fonte di una grande libertà interiore. Una libertà che voglio prendermi e tenermi stretta.
Per aspera ad astra.
Le vie difficili portano alle stelle.